Quanto sono stato fortunato



Non ho mai, per mia fortuna, vissuto nessuna guerra e mi riesce difficile immaginare cosa possa significare.

Cosa si prova sentire il sibilo delle bombe passare accanto o che scoppiano lì vicino.

E non tralascio quale terrore si provi ad affacciarsi da dietro una finestra o di un muro, per vedere cosa ci sia oltre.
Ne tanto meno come sentirsi essere preso di mira da un cecchino, laggiù in un qualche remoto luogo, che solo un’aquila potrebbe individuare.

Essere colpiti e rendersi conto che nessuno verrà a soccorrerti e che alla fine l’unico aiuto che avrai sarà la fede che forse, avevi dimenticato per le difficoltà della tua esistenza, tempo prima.

Eh, sì la fede !

Non conosco neppure cosa significa mettersi in marcia e fuggire con o senza famigliari o amici ma attorniato da perfetti sconosciuti magari in una notte buia e piovosa, credendo di essere quasi, quasi invisibile al nemico.

Tutti comunque pronti a tutto, anche a usare quella stessa violenza da cui si sta fuggendo, pur di sopravvivere.
Come a dire che la vita altrui anche in simili circostanze é sempre vista come un nemico, l’ennesimo paradosso.

Non ho neppure mai dormito all’agghiaccio, su uno sporco pavimento o sul nudo suolo con i soli e luridi miei abiti.

Ne tanto meno non ho mai sentito i morsi della fame e della sete.


“ se non le vivi sulla propria pelle, queste brutali situazioni, non le potrai mai neppure lontanamente immaginare “ mi dico.


Neppure la mente più eccelsa può riuscire a “ provare “ sulla propria pelle tutto questo, figuriamoci la mia.

Mi sorge il dubbio da tempo e credo legittimo, che a volte non sia proprio colpa nostra se siamo titubanti sul da farsi verso chi fugge dai conflitti e dalla fame ma che sia un qualcosa di più profondo e che é in ognuno di noi da sempre.

Ha un nome questa reazione e che abbiamo provato tutti più di una volta durante la nostra esistenza e cioè l’istinto di sopravvivenza.

E se a volte si rimane " indifferenti " davanti a queste tragedie umane, tra chi fugge non bisogna mai dimenticare che si sono i vili dei vili.

Fino a che accetteremo attorno a noi questi vili ci sarà sempre una certa paura verso l'altro.

Alla fine però quando ti trovi davanti a chi é meno fortunato di te la “ monetina “ non la neghi mai.

E diciamola tutta, quando ritiriamo la nostra mano, ci sentiamo tutti sempre un pò meglio, anche se é solo un piccolo gesto.

A volte sarebbe sufficiente guardarsi allo specchio per rendersi conto che alla fine siamo noi ad aver bisogno dell'altro.

21 marzo 2020 - ©Roby2020

1 aprile 2020 - ©Roby2020